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Come aumentare i link in entrata nel 2017 autorevoli e fidati per far crescere il posizionamento su Google del tuo sito.

Nell’ultimo report riguardante i principali fattori di posizionamento su Google, Search Engine Journal – riportando i dati raccolti da Searchmetrics – ha ancora inserito, tra gli altri i link in entrata (backlink). Anche se non è più come qualche anno fa, quando i link erano praticamente tutto e funzionavano da deus ex machina risolutore di ogni contesa riguardante il posizionamento, essi rivestono ancora un ruolo molto importante.

Dalla mia esperienza di lavori passati e presenti, soprattutto in quelli degli ultimi mesi, ho potuto inferire che Google premia i siti che sostanzialmente si guadagnano il link. Google non è affatto perfetto: è possibile indurlo a credere che certi link artificiali siano spontanei, ma non è questo il concetto che ci interessa affrontare.

Un link guadagnato non è solo quel link che si ottiene creando del buon contenuto, ma è anche – a mio parere – quel link che pur essendo artificiale, sia totalmente credibile nell’ottica di Google. E quando un backlink proveniente da una fonte di buon livello è credibile? Quando il contenuto del sito lo giustifica.

Immaginate per un momento che domani il sito repubblica.it, uno dei più autorevoli in Italia, decida di linkare il vostro misero blog. È chiaro che ne otterrete un vantaggio notevole, Repubblica che linka un misero sito! Ma se a linkarvi non fosse Repubblica ma un buon sito che ospita dei guest post? Cosa succederebbe a quel link? Avrebbe degli effetti positivi? La risposta è SI, ovviamente, fintanto che però nel misero blog venga ospitato del buon contenuto. Perché per far apparire guadagnato, e dunque al di sopra di ogni sospetto, il link devo fare in modo che ci sia un motivo per ottenerlo e il motivo sta nel buon contenuto. Per concludere questa breve premessa: se faccio linkare il mio sito da un sito indubbiamente autorevole non ci sono problemi, a meno che il link non appaia come smaccatamente venduto o sia sistemato sulla totalità delle pagine del dominio (site wide). Se invece lo faccio linkare da un blog sull’argomento, come guest post, questo link non correrà mai problemi e mi premierà al meglio, fintanto che sul mio sito ci siano contenuti validi che giustifichino quel link. Esistono molti modi per forzare questa dicotomia, ma noi stiamo per proporre dei consigli sui link in entrata che non danneggino il vostro sito.

 

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Da un punto di vista di Google, i link sono molto importanti perché esprimono una sorta di punteggio di un sito nei confronti di un altro. Se Repubblica linka il mio blog perché ho scritto un contenuto rilevante, quel link per Google vale come un punteggio di apprezzamento e concorre a formare un punteggio globale del sito, che volgarmente ancora oggi viene definito PageRank (che in realtà è il nome dell’algoritmo, mentre il PageRank come punteggio non viene più reso pubblico da Google).

Il primo passo per ottenere dei link credibili, che durino nel tempo consiste nel creare un contenuto autentico, innovativo, in grado di attirare lettori, che rappresenti una soluzione per gli utenti e che sia condivisibile. Su YourTarget abbiamo degli articoli in proposito che vi invito a leggere. Una volta costruito il contenuto, se riteniamo che sia buono, possiamo pubblicizzarlo.

Per farlo abbiamo sostanzialmente due strade: il web e i siti social.

Promuovere il proprio contenuto sul web

Nell’ambito web se abbiamo scritto di uno specifico argomento, possiamo andare a verificare chi ha già scritto dello stesso. Ci saranno magari articoli di blog, thread di forum, discussioni in siti di settore, domande e risposte in portali come Quora. Ciò che rileva è che bisogna far conoscere quello che abbiamo scritto. Lo possiamo fare in modo diretto e in modo indiretto. Indirettamente possiamo partecipare alla discussione nei thread e nei commenti, mostrando la nostra esperienza nell’argomento, facendo in modo che poi i lettori del forum o dei blog vengano a trovarci e segnalino o riprendano il nostro contenuto. In modo più diretto si può scrivere all’autore dell’articolo citando una nuova fonte, che potrebbe interessare i suoi lettori. Oppure rispondere nel forum citando direttamente l’articolo da noi scritto, evitando di essere troppo smaccati nella pubblicità.

Un metodo che funziona è quello dell’outreach. Cioè, del coinvolgimento diretto di persone che hanno scritto sul nostro argomento, via mail, prima che il pezzo venga pubblicato. Ricordiamo che per Google i contenuti autorevoli sono anche quelli che, per completezza, citano fonti autorevoli. Se vediamo che un blogger influente del mio settore ha scritto un pezzo sull’argomento possiamo contattarlo via mail, dicendogli che stiamo per pubblicare un pezzo in proposito e che il suo articolo sarà ripreso. Dicendogli inoltre che vi farebbe piacere conoscere la sua opinione. Se il pezzo è buono è molto probabile che il blogger autorevole lo citi su Twitter, Facebook, LinkedIn oppure lo linki sul suo blog, mettendolo in coda a quanto già scritto. Sono tattiche basate sul contenuto.

Fare il setup dei profili social per guadagnare backlink

Dal web al social network. Come sappiamo milioni di persone in Italia stanno sui social per condividere foto, opinioni, momenti e storie. Se un utente trova qualcosa di interessante, spesso lo condivide perché vuole farlo sapere alla sua cerchia. Possiamo quindi condividere un buon contenuto, cercando di raggiungere almeno il nostro network. Se il pezzo è interessante e abbiamo dei contatti che un po’ ci somigliano, alcuni dei quali sono in grado di apprezzare e scoprire una utilità nella lettura, le occasioni per condividerlo aumenteranno. E con esso il traffico e dei potenziali link in entrata. Google apprezza che i segnali della “user experience“ siano molto elevati: leggibilità, utilità e fruibilità del contenuto possono essere facilmente dedotti dal comportamento degli utenti all’interno del sito.

I social costituiscono anche la prima barriera per farsi conoscere: la cinta muraria esterna, se vogliamo. La nostra azienda o il nostro sito personale, il nostro blog possono avere una diramazione sociale. Possiamo costruire una pagina Google Plus o nel caso di un’attività locale aprire una scheda su Google My Business. Entrambe le pagine sono ospitate su dei siti di proprietà di Google, autorevoli dunque. Allo stesso modo, su LinkedIn posso costruire la pagina aziendale, inserendo il link all’azienda, così come gli impiegati possono farlo per essa. Per le attività locali la Pagina Facebook è fondamentale, ma perché tralasciare FourSquare? Anche su Twitter e su Instagram, così come su Pinterest è possibile inserire un profilo personale che reca con sé un link in entrata che fa comodo.

La regola base è che bisogna puntare alla qualità per cui non è necessario andare a ritroso su tutti i siti sociali per tempestarli col nostro indirizzo. Per ottenere un miglior posizionamento, l’accoppiata pochi link in entrata + ottimo contenuto, in grado di generare traffico, basta e avanza, soprattutto in settori a media concorrenza (quali possono essere quelli di una piccola impresa).

Per quel che riguarda le altre occasioni di link, le regole base da seguire sono che i backlink devono essere coerenti e rilevanti. La coerenza implica una comunanza di argomenti tra chi linka e chi viene linkato (ovvero, un sito che parla di bellezza femminile è assai poco credibile che linki la scheda tecnica di un’auto), la rilevanza impone che il sito che ci linka oltre che attendibile e congruo debba anche essere consistente, di spessore. Cioè possedere un valore intrinseco che viene espresso secondo alcune metriche – d’uso comune nel mondo della SEO – i cui nomi variano a seconda degli strumenti di analisi utilizzati.

Forse ne avrete già sentito parlare:

Domain Authority e Page Authority – sono le metriche utilizzate da MOZ, un noto software che valuta il peso dei siti, in ordine ai link in entrata. Il primo indica l’autorevolezza del dominio nel suo complesso (e quindi la capacità futura del dominio di passare “valore” al sito che linka). il secondo della pagina (la cifra che viene mostrato in Open Site Explorer fa riferimento alla “home page”, ma è un valore leggibile per ciascuna pagina).

 

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Trust Flow e Citation Flow di Majestic – sono due metriche probabilmente più precise di quelle di Moz. In particolare la prima identifica correttamente un sito che come link in entrata, a sua volta, ha dei siti autorevoli. Un basso trust flow in proporzione ad un alto citation flow disegna un profilo di link in entrata di basso livello, ma viziato da un’eccessiva quantità.

Anche Ahrefs ha le sue metriche, ma il programma è interamente a pagamento. Come analisi dei backlink è infatti il programma più completo.

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Detto ciò, siti e programmi come questi ci servono per capire che tipo di profilo di backlink ha la nostra concorrenza e che tipologia di link possiamo prendere. Perché un altro passo da fare è proprio quello di osservare ciò che fa la concorrenza e imitarla, fin quanto è possibile. Dall’analisi dei link in entrata dei concorrenti si può capire quale direzione prendere.

 

I link da directory e article marketing ormai non sono più consigliabili. A parte qualche rara eccezione non esistono directory gratuite molto buone, che producano un reale vantaggio. Può essere utile far linkare il sito in qualche directory di nicchia, se il settore è particolarmente specializzato. Occhio però che anche quei siti siano tematici e non linkino i proverbiali cani e porci. L’article marketing è una tattica che non funziona più perché si tratta di siti che linkano chiunque, senza un vero controllo editoriale, privi di traffico. Lo stesso discorso vale per i finti siti di “comunicati stampa”.

 

Utilizzare al meglio i guest post per migliorare il posizionamento

Quando invece si sceglie la via del guest post, allora anche qui dobbiamo privilegiare in assoluto la qualità. Un buon blog di settore non è difficile da trovare ed è possibile che il proprietario chieda dei soldi in cambio. Google ufficialmente e ufficiosamente condanna la vendita di link, ma obbiettivamente non può sapere che dietro un articolo scritto da un esperto, ospitato su un sito, ci sia una transazione. A meno che questa non sia talmente scoperta, da generare un’azione manuale. I siti dove far ospitare un articolo che possiede all’interno un link “dofollow” puntato verso il nostro sito, devono essere di qualità, tematici e letti (possiamo chiedere al proprietario un estratto delle statistiche o verificare l’attività e le condivisioni nella sua pagina Facebook, per farci un’idea).

 

Link pericolosi da evitare

Tappezzare il web e i blog di commenti con la parola chiave inserita al posto del nome. Farlo magari usando dei software automatizzati. Affidarsi a tattiche spam acquistando servizi di backlink online che propongono inserimento in migliaia di directory o di siti. Ancora: usare siti amici per fare scambi link oppure creare schemi di link facilmente rintracciabili con siti di network propri (e far dipendere il posizionamento solo da essi).

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