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E-commerce: quali sono le fonti di traffico su cui investire nel 2018? Ce ne parla Valentina Pacitti, Content Strategist di SEMrush Italia.

Più del 50% della popolazione europea acquista prodotti o servizi online, ma solo il 16% delle Piccole e Medie Imprese sfrutta questo canale.

Secondo le stime degli esperti, gli acquisti online del 2017 nel mondo supereranno i 2.000 miliardi di euro (fonte: Osservatorio eCommerce B2c, rilevazione ottobre 2017). Questo ci dice che ci troviamo in un momento storico molto importante per l’ecommerce, in particolare per il mercato europeo perché proprio qui il settore delle vendite online si prepara a spiegare le ali: per la Global Ecommerce Association la crescita dell’ecommerce per il 2017 sarà intorno al 19%. Solo l’Asia farà di meglio.

Il valore totale delle vendite online in Europa toccherà i 400 miliardi di euro nel 2017 e tutto indica che questo trend continuerà a crescere nei prossimi anni.

Un segnale molto positivo è suggerito dai dati che mostrano come la penetrazione di Internet a livello globale sia in aumento (+2,65% rispetto al 2016). E proprio in Europa si registrano i valori migliori, ovvero il più alto tasso di penetrazione di Internet: l’80,5%, con il Regno Unito al primo posto (97,52%) e a seguire Germania (91,8%) e Francia (86,5%).

La fine dell’anno è sempre una buona occasione per fare il punto della situazione e cercare di capire come sfruttare i nuovi trend e le tecnologie a disposizione per migliorare, nell’anno a venire, la propria strategia di vendita online.

 

I canali che portano traffico ad un
e-commerce

La prima cosa da fare è capire quali sono i canali da cui un ecommerce può ottenere traffico. Ne individuiamo innanzitutto quattro: traffico organico, a pagamento, referral e social. Vediamoli un po’ più nel dettaglio.

Traffico organico

Il traffico organico è costituito dalle visite che arrivano a un sito grazie a un buon posizionamento nei risultati dei motori di ricerca per parole chiave significative per quel sito.

Nel caso di un ecommerce si tratta di keyword relative al settore di riferimento e ai prodotti o servizi che si vendono. Sviluppare una strategia di keyword significa studiare le proprie buyer personas, i loro intenti di ricerca e ottimizzare le proprie pagine affinché rispondano in modo pertinente alle necessità del proprio target.

Come? Lavorando sulla SEO on page, che per un ecommerce significa curare in special modo le descrizioni dei prodotti – evitando contenuti duplicati, utilizzando parole chiave e long tail nei testi, inserendo informazioni di valore per gli utenti – e le immagini – preferendo solo foto di qualità, aggiornate, inserendo il contesto d’uso del prodotto, sfruttando la funzione di Zoom.

Per sapere quali sono tutti gli altri fattori on page che influiscono sul posizionamento di un sito web e di un ecommerce, puoi leggere il post Checklist di SEO on-page: posiziona i tuoi contenuti in Top10.

Ma non basta: per assicurarsi buoni posizionamenti in SERP (le pagine dei risultati dei motori di ricerca) e ottenere traffico per il proprio ecommerce è necessario occuparsi anche della SEO off page, ovvero costruire un buon profilo backlink con siti di qualità che puntano al proprio ecommerce.

La SEO permette di ricevere traffico in target senza dover pagare per questo, ma ha bisogno di tempo per dare i suoi frutti: ci vogliono almeno sei mesi prima che una nuova attività riesca a posizionarsi per le parole chiave a cui punta.

 

Traffico a pagamento

Non tutti i proprietari di siti web e attività online possono permettersi di aspettare diversi mesi per guadagnare un buon posizionamento sui motori di ricerca. Per ottenere immediatamente traffico ci si può rivolgere al pay per click (PPC) e alla pubblicità a pagamento sui motori di ricerca.

Le campagne AdWords sono un buon modo per ottenere traffico quando si gestisce un ecommerce nuovo che nessuno conosce e che per questo non può sperare di ricevere visite in modo naturale.

Conoscere bene il proprio target e sviluppare una buona strategia di keyword è in questo caso ancora più importante perché ogni keyword è un vero e proprio investimento, visto che si paga per ogni clic che si riceve. Ecco perchè il traffico a pagamento dovrebbe essere utilizzato solo nella fase di lancio di un ecommerce e poi in occasioni puntuali importanti.

Traffico Referral

Il traffico referral punta su sorgenti di traffico esterne per ottenere visite per il proprio negozio online. Il traffico arriva grazie a link su altri siti. Si può stimolare creando campagne di affiliazione e inserendo banner su siti interessanti perché ci permettono di raggiungere potenziali clienti.

 

Traffico Social

Anche i social network possono aiutare un ecommerce a ottenere traffico, non tanto per aumentare in modo diretto le vendite ma in ottica di brand awareness e per creare un legame con clienti e fan del brand.

Indicazioni di valore: la nuova indagine di SEMrush sugli ecommerce

SEMrush ha appena diffuso una nuova interessante ricerca sull’ecommerce in cui, fra le altre cose, mostra quali sono le 5 principali fonti di traffico sui siti ecommerce.

Sono stati analizzati i dati relativi agli 8.000 ecommerce più visitati in differenti paesi in cui Google è il motore di ricerca di riferimento (Stati Uniti, Regno Unito, Spagna, Italia, Germania e Francia, tra gli altri). La ricerca ha preso in considerazione 13 categorie merceologiche: Sport e tempo libero, Infanzia, Food, Elettronica, Salute, Casa e giardino, Abbigliamento, Libri, Arredamento, Fiori, Gioielli, Musica, Viaggi.

Proprio in merito all’argomento che stiamo analizzando – le fonti di traffico per i siti ecommerce – la ricerca offre spunti utili.

Come possiamo vedere nel grafico che segue, tra le cinque principali fonti di traffico per un negozio online – diretto, referral, da ricerca, da social, da Google Ads – quello diretto risulta essere il più importante, seguito dal traffico da ricerca.

 

E.Commerce_cinque principali fonti di traffico per un negozio online - diretto, referral, da ricerca, da social, da Google Ads.png

Insieme, queste due fonti rappresentano più dell’80% di tutto il traffico che arriva sui siti ecommerce. La terza fonte di traffico è il referral.

Ancora più interessante è vedere come cambiano queste percentuali nelle diverse categorie:

E.Commerce_cinque principali fonti di traffico per un negozio online - diretto, referral, da ricerca, da social, da Google Ads_ Traffico per settore.png

 

Nella ricerca viene spiegato anche come interpretare questi dati:

“La relativa dominanza del traffico diretto può essere attribuita a una buona conoscenza del brand e alla fedeltà al brand stesso. Tuttavia, di per sé, la familiarità col brand e il repeat business (la vendita di nuovi beni e servizi a clienti già acquisiti) non è una strategia modulabile per una crescita nel lungo periodo.

Con la ricerca che gioca un ruolo così significativo nel traffico dell’e-commerce, risulta un’ottima idea investire sia nel pay-per-click (PPC) sia nell’ottimizzazione organica per i motori di ricerca (SEO) informati da una strategia di parole chiave intelligenti e dall’intelligenza competitiva.

Sia gli annunci a pagamento con target ben definiti sia delle pratiche solide per favorire la ricerca organica sono delle strategie modulabili che si completano l’un l’altra aumentando la conoscenza del brand e mantenendo la tua società in prima linea nelle ricerche degli acquirenti per i tuoi prodotti o servizi.

Raccomandiamo anche di strutturare la tua strategia modulabile organica aumentando il traffico da referral. Coltivare un profilo di backlink forte su domini con autorità elevata serve anche a migliorare il posizionamento del sito nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca (SERP).

 

Infine, nonostante i social media portino la minore quantità di traffico per quanto riguarda le categorie di e-commerce che abbiamo analizzato, non fa mai male aumentare il passaparola relativo al tuo brand… e ricorda: proprio come il traffico organico, è gratis!”

In questa ultima indagine di SEMrush dedicata al mondo dell’ecommerce sono stati analizzati anche altri elementi, come la distribuzione per Paese del traffico organico, il confronto tra traffico desktop e traffico mobile, le principali tendenze negli annunci – spesa media, tipi di display ads e product listing ads -, le call to action e altri elementi emozionali nel testo degli annunci.

Per chi fa ecommerce queste sono piste interessanti per valutare la propria strategia e, in caso di risultati al di sotto delle aspettative, per capire dove potrebbe nascondersi il problema. I proprietari di shop online europei devono sfruttare questo momento positivo per l’ecommerce per aumentare il proprio fatturato.

 

Ora che conosci le fonti di traffico su cui invesitre, scopri anche i 21 errori da evitare per non perdere traffico.

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