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Fa tanto discutere Wordpress 5.0, il tanto temuto quanto preannunciato aggiornamento del famosissimo CMS. Ma la nuova release come migliora

Sono passati ormai più di 15 anni dalla prima versione di WordPress, che fu pubblicata il 27 maggio 2003 dai suoi fondatori, Matt Mullenweg e Mike Little. All’epoca questa piattaforma, che tecnicamente è un Content Management System (CMS) open source, era nata per realizzare blog, con il suo stile essenziale, scarna e adatta quasi esclusivamente alla pubblicazione di articoli (post) e ci volle un anno di sviluppo, prima che la versione 1.2 (Mingus) iniziasse a supportare l’uso dei plugin. Da allora in avanti iniziò la fortunata rincorsa di WordPress alle più conosciute e utilizzate piattaforme di CMS come Joomla!, Drupal e numerosi altri, che negli anni si sono aggiunti e hanno guadagnato utenza.

Quindici anni nel corso dei quali si sono succedute 5 versioni principali, ciascuna con i suoi aggiornamenti intermedi, ad aggiungere principalmente funzionalità e integrazioni, oltre che a risolvere problemi e bug, spesso segnalati dalla sua community di sviluppatori, che è costantemente cresciuta negli anni.

Il 6 dicembre del 2018, a distanza di quattro anni dal lancio della precedente release (4.0 – Benny, rilasciata il 4 settembre 2014), WordPress ha messo in circolazione una versione tutta nuova: WP 5.0 – Bebo.

Non si tratta soltanto di un aggiornamento, ma di una vera e propria riconcettualizzazione di questa piattaforma, che per molti versi ne riscrive la storia.

WP 5.0 Bebo: cosa cambia

Nei mesi precedenti il lancio della nuova release, aveva già fatto molto rumore l’introduzione di un nuovo editor, evocativamente denominato Gutenberg. Un cambiamento notevole per una piattaforma fino ad allora “conservatrice” e basata su un editor estremamente semplice e relativamente scarno, al quale erano già stati sovrapposti negli anni numerosi builder di terze parti, che permettevano agli utenti meno ferrati nella programmazione e nel linguaggio HTML di modificare in molti modi le pagine del loro sito.

Gutenberg è dunque la risposta di WP al proliferare di piattaforme per la realizzazione di siti web, ma anche agli sviluppatori di temi e di plugin che nel tempo hanno scelto strade spesso diverse tra loro, per offrire nuove opportunità e funzionalità, soprattutto agli utenti meno evoluti e capaci.

Questa importante novità, in sinergia con il nuovo tema nativo di WordPress, Twenty Nineteen, rappresenta quindi una vera e propria rivoluzione, grazie alla quale costruire da zero un sito internet sarà ancora più facile. Questo grazie alla rinnovata UI (User Interface), che è ora basata su blocchi e che consente pertanto di progettare le pagine del sito in piena libertà, blocco dopo blocco, come finora era possibile soltanto attraverso la conoscenza del linguaggio di programmazione o grazie ai builder di terze parti, peraltro non sempre in grado di tenere il passo degli aggiornamenti della piattaforma, con tutti i problemi che questo comporta.

 

gutemberg

Com’è stato accolto questo cambiamento?

Il core di questo cambiamento è dunque racchiuso nella nuova filosofia espressa attraverso l’editor Gutenberg, che tuttavia molti utenti storici della piattaforma stanno faticando a digerire. Un ostracismo che si è registrato sin dal suo rilascio in anteprima e che, a distanza di oltre un mese dalla sua introduzione di default su WP 5.0, sta trattenendo alcuni dall’eseguire l’aggiornamento e convincendo altri ad attuare una non semplicissima procedura per sbarazzarsene.

Questo avviene perché, nonostante il periodo di prova proposto da WP nei mesi antecedenti al rilascio definitivo, la maggior parte dei titolari di siti internet realizzati con questa piattaforma non ha ancora testato Gutenberg a sufficienza e teme i danni che esso potrebbe fare sui vecchi temi o sui contenuti presenti, magari realizzati con altri builder.

Mai come stavolta, dunque, prima di aggiornare è opportuno testare i risultati in un ambiente di staging, oltre a fare un backup completo del sito stesso, assolutamente indispensabile prima di passare alla nuova release.

Aggiornare o non aggiornare? Questo è il dilemma

Come è già avvenuto con tutte le grandi “rivoluzioni” cui abbiamo già assistito, la cosa più saggia da fare, in questi primi mesi, è probabilmente restare alla finestra e cercare di capire se WordPress andrà per la sua strada, ignorando i piagnistei degli utenti, oppure cambierà rotta, cosa che oggettivamente allo stato attuale sembra difficile.

Ad alimentare ulteriori perplessità è la recente nascita di ClassicPress, una versione di WordPress senza Gutenberg che strizza l’occhio al mercato dei siti web aziendali basati su CMS e che probabilmente cerca anche di intercettare il malcontento generato dal cambiamento imposto da WordPress.

In ogni caso le variabili sono molte. Chi ha realizzato il proprio sito attraverso un’agenzia o un professionista deve sedersi al tavolo e ragionare bene, prima di accettare eventuali richieste economiche per un aggiornamento dagli esiti incerti. Diversa è la posizione di chi fa da sé e sa dove mettere le mani, tenendo conto che, nel caso il template che usiamo non sia gestito da builder o composer di terze parti, l’aggiornamento potrebbe anche non presentare grandi problemi, comunque risolvibili con qualche test e un buon backup.

 

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In che direzione va questo cambiamento?

La nascita di molti servizi per la creazione di siti web, che negli ultimi anni stanno consentendo anche a chi non ha dimestichezza con codici e linguaggi di ottenere buoni risultati, hanno probabilmente spinto WordPress a contrastare la concorrenza con un nuovo approccio, sempre molto più user friendly e soprattutto “open”.

L’era dei pionieri e degli smanettoni del web è finita da un pezzo, infatti, e soprattutto le nuove generazioni sono abituate ad un “tutto e subito” che spesso non prevede di mettere le mani in pasta su quello che ormai è considerato soltanto uno dei tanti strumenti utilizzabili. Un sito o un blog sono ancora oggi ritenuti importanti, ma la rete ci ha abituati a non dover faticare troppo per avere qualcosa di già pronto per l’uso e WordPress non poteva evidentemente permettersi di essere da meno.

Ecco perché WordPress 5 con il nuovo Gutenberg rappresenta un notevole passo avanti, per chi oggi parte da zero, consentendo a (quasi) tutti di realizzare un sito con “un layout di contenuti ricchi e flessibili”, per usare le parole del manuale di Gutenberg. La nuova UI basata su blocchi rende infatti molto semplice realizzare pagine completamente personalizzate, in cui tutte le tipologie di contenuto trovino la loro collocazione e la loro consultazione sia fluida, responsive e capace di adattarsi a tutte le tipologie di dispositivi.

La direzione di WordPress è dunque quella di una User Experience a prova di neofiti, che poco o niente abbia da invidiare alle piattaforme più semplici da utilizzare, pur mantenendo le caratteristiche e i pregi di un grande CMS per tutte le esigenze.

 

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