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Ti stai ancora chiedendo se al tuo e-commerce potrebbe far comodo una strategia di e-mail marketing? Ecco la risposta!

Se lavori nel mondo degli e-commerce avrai sicuramente bene in mente cosa sono le newsletter e cos’è l’e-mail marketing. Ma siamo sicuri che funzioni davvero così bene? Conviene dedicare tutto questo effort nella creazione di contenuti per nutrire i contatti generati? Scopriamolo insieme!

Lo vediamo tutti i giorni in agenzia: la maggior parte degli e-commerce concentra la quasi totalità degli sforzi sul posizionarsi online e generare lead. Obiettivi, quelli dell’awareness e della lead-generation, che sono solo i primi step di una campagna inbound. Tuttavia è impensabile credere di potersi fermare qui!

Al contrario, è proprio una volta generato il contatto che dovrai fare uno sforzo maggiore, magari concentrandoti sul tenere viva questa relazione tra brand e potenziale cliente, alimentando questo rapporto. Perciò serve fare nurturing, ovvero a guidare i tuoi contatti verso la fase di conversione!

Newsletter e e-mail marketing. Chi non lo fa perde un treno!

Nessuno usa le e-mail. Ce lo sentiamo dire quotidianamente in agenzia, quando proponiamo una campagna di e-mail marketing (o una newsletter). A queste persone ci piace ricordare che si stima che gli indirizzi e-mail attivi nel 2019 siano 5,6 miliardi. Un numero in grado di dimostrare quanto questo vecchio ritornello sia falso e fuorviante. A ogni modo, i numeri che ti spingeranno a fare più e-mail marketing non finiscono qui.

Un altro luogo comune è quello dello scarso utilizzo delle email come mezzo di comunicazione da parte dei millenial. Stando a quanto riportato da HubSpot, invece, il 73% degli appartenenti a questa generazione preferirebbe restare in contatto con i business attraverso la posta elettronica, forse meno invasiva di altri network, ma comunque tenuta sotto controllo su base giornaliera (a farlo il 99% dei consumatori).

Di tutto questo flusso di messaggi, ad avere maggiori chance di essere consultati e aperti sono tutti quelli relativi agli hobby e le passioni con un tasso totale del 27,35%.

Se parliamo invece dell’aspetto lavorativo, abbiamo un’informazione fondamentale da tenere a mente: il 35% dei professionisti controlla la propria casella da dispositivo mobile; in altre parole, occhio all’impostazione grafica.

Infine, sarebbe bene evitare di dimenticare che:

  • Il 59% dei marketer afferma che le email rappresentano la maggior fonte di ROI;
  • Il 56% dei brand che fa uso di emoji nell’oggetto della mail ha un tasso di apertura maggiore in confronto a chi sceglie di inserire solo del testo (Forbes).

A questo punto, ti sarà chiaro: gestire uno shop online e rinunciare un mezzo così potente come quello della mail vuol dire scegliere di rinunciare a tante tante occasioni di business.

Non resta perciò che chiedersi come mettere in piedi una strategia di e-mail marketing.

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Come fare e-mail marketing per gli ecommerce

Prima di addentrarci in questo paragrafo, dobbiamo fare una premessa fondamentale: devi avere rispetto dei tuoi contatti. Sì, devi avere rispetto, hai capito bene. Le persone che hanno deciso di lasciarti il loro contatto infatti non si aspettano di ricevere informazioni poco utili o non interessanti.

Come puoi farlo? Semplice: devi innanzitutto suddividere i tuoi contatti, segmentarli a seconda delle aree di interesse. Questo procedimento, stando a quanto riportato da  (Campaign Monitor, 2019) avrebbe addirittura il 760% di crescita in termini di ritorno.

Suddivisa la tua lista in altre liste più piccole, perciò, non dovrai far altro che integrare le mail alla tua content strategy, un po’ come faresti con il piano editoriale. Dovrai perciò stabilire:

  1. I destinatari del messaggio;
  2. L’oggetto del messaggio;
  3. L’obiettivo della campagna;
  4. Identificare le KPI.

A quel punto, messe a sistema tutte queste informazioni ti resterà da unire i puntini. Se intendi impostare un flusso automatico di e-mail, a seguito magari del download di una risorsa, tieni a mente che non puoi cominciare a inviare ai tuoi lead sconti su sconti. Dovrai invece continuare a offrire valore, includendo articoli a sostegno della tua tesi e, eventualmente, provando a posizionare il tuo prodotto o servizio, acquistabile online.

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Come dovrebbe essere questo funnel di contenuti, quindi? Te lo spieghiamo con un esempio concreto.

Poniamo che il tuo business sia un e-commerce che commercializza cibo bio in una grande città. Hai deciso di portare traffico al sito creando dei contenuti e quindi costruendo un intero piano editoriale che ruota intorno a un prodotto stagionale. Hai perciò studiato la tua buyer persona, performato la tua ricerca parole chiave e quindi lavorato al calendario editoriale che includerà articoli sue proprietà di quello specifico prodotto e altri utili per spiegarti come conservarlo e come cucinarlo. Sotto questi articoli perciò inserirai una call-to-action per invitare gli utenti a scaricare un ricettario tematico.

Devi perciò pensare a come nutrire questi lead e portarli a diventare degli acquirenti e non solo degli scaricatori di PDF gratuiti. Come puoi farlo? Semplice: prevederai un flusso di e-mail che servirà a portare il tuo contatto a conoscenza degli altri articoli sul tema o, magari, relativi ad altri argomenti vicini. Quindi se l’utente ha scaricato il ricettario sulla Zucca, dopo qualche e-mail a tema puoi provare a spingerlo all’azione (ovvero l’acquisto) offrendogli uno sconto su quel tipo di prodotto. E, se non convertisse, potresti mandargli anche il ricettario o gli articoli relativi alle Castagne, che sono un prodotto che il tuo e-commerce vende nella stessa stagione. Dopo due o tre messaggi sulle castagne perciò andresti a ritentare, magari offrendogli uno sconto sulla spesa in generale. E così via!

Costruire un flusso di e-mail per il nurturing vuol dire riuscire a trovare il giusto equilibrio tra il restare presenti nella mente del consumatore ed evitare di diventare invadenti. Sarà perciò cruciale tenere a mente i dati, le KPI e le analitiche delle tue campagne così da evitare di risultare fastidiosi e finire perciò nello SPAM.

 

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ma non sai da dove iniziare?
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