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Clubhouse è il social network più chiacchierato del momento, grazie al suo focus sull’audio. È utile per fare personal branding? Sì, scopriamo come!

Clubhouse è stata senza dubbio una delle novità digital più chiacchierate del 2020. Uscito a marzo dello scorso anno, questo social network ha cominciato a far parlare molto di sé a dicembre dell’anno scorso, e si è subito contraddistinto per la sua tipologia di condivisione del contenuto: l’audio. Quali sono le potenzialità dei contenuti audio e di Clubhouse per il personal branding?

Da un paio di anni il medium acustico è ritornato alla ribalta, ed è considerato uno dei più interessanti nell’attività del content marketing. 

Un esempio è la nascita dei branded podcast, ossia podcast ideati dalle aziende per creare uno storytelling sul proprio brand. Inoltre, gli stessi Spotify e Audible si impegnano sempre di più nella produzione di podcast originali e gli smart speakers, tipo Alexa, rendono fruibile all’istante moltissimi contenuti audio.

Insomma, dopo anni in cui a farla da padrone sono stati i contenuti grafici e video, con Instagram e YouTube, sembra che la voce sia ritornata al centro della comunicazione.

Clubhouse è stato il primo social network a fare dell’audio il proprio core value. Nell’app c’è spazio solamente per le conversazioni, che avvengono in room tematiche. L’obiettivo dei creatori è di fornire un mezzo attraverso cui svolgere delle conversazioni vere, degli scambi di opinioni, creando dei momenti di condivisione di informazioni ed esperienze.

 

Come funziona Clubhouse?

Il funzionamento di questo social network è abbastanza immediato. Chi è iscritto (al momento l’app è in beta e ci si può iscrivere solo su invito) può creare una room tematica, dove discutere in modalità live dell’argomento scelto. Non c’è limite riguardo ai temi delle varie room che possono variare, da topic professionali e lavorativi, a quelli relativi al tempo libero.

Le room invece sono di due tipi: pubbliche e private. 

Le prime, come è evidente dal nome, sono accessibili da chiunque abbia un account, mentre le seconde sono perfette se si vuole avere una conversazione con una cerchia ristretta di persone.

Il focus principale di Clubhouse è quindi l’ascolto. Chi entra in una room avrà automaticamente il microfono spento, e potrà partecipare attivamente alla discussione solo se il proprietario della room, o un moderatore, decide di dargli la parola.

 

Quali sono i punti di forza di Clubhouse?

La bellezza di Clubhouse è la possibilità di accorciare le distanze tra le varie persone ed esperti di un settore. Il meccanismo delle room permette di far comunicare due persone che altrimenti non si sarebbero mai incontrate, creando così collegamenti nuovi, senza filtri e più autentici.  Il “rumore di fondo” che spesso il visual può portare è eliminato, e tutto si concentra sulla voce, sul contenuto, su ciò che si ha da dire.

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Come usare Clubhouse per fare personal branding?

Ma quindi Clubhouse può essere utile in una strategia di personal branding? La risposta è , con alcune precisazioni. Innanzitutto, bisogna considerare che Clubhouse deve fare parte di una strategia di personal branding che lavori in modo sinergico con altri social.

Il profilo su Clubhouse può essere collegato con il tuo account Twitter e Instagram che, assieme alla bio (che deve raccontare in modo chiaro e accattivante chi sei e cosa fai) sono gli unici mezzi attraverso cui potenziali follower su Clubhouse possono cominciare a conoscere il tuo personal brand. Per questo è importante avere una presenza online consolidata, soprattutto nella tua nicchia di interesse.

Collegare Clubhouse con Twitter e Instagram è fondamentale perché ha anche un altro effetto, ossia permettere alle persone che incontrerai nelle room di raggiungerti anche all’esterno di questo social, oltre a permetterti di seguire le attività dei leader del tuo settore.

 

Come partecipare alle room su Clubhouse

Una volta che avrai creato la tua rete di persone, da seguire su Clubhouse, potrai cominciare a partecipare alle room e alle conversazioni che vengono organizzate, diventando un listener.

Tutti gli ascoltatori vengono divisi in due categorie: se chi dirige o modera la room non è un tuo follower, rientrerai nella categoria “generica”, se invece il follow è ricambiato, farai parte della categoria superiore, e avrai la possibilità di alzare la mano e interagire nella conversazione.

Questa è una differenza importante, perché è qui che si gioca la vera partita per la costruzione di un personal brand su Clubhouse.

Abbiamo detto all’inizio che questo social si fonda sull’ascolto, però è importante essere non solo un ascoltatore passivo ma bisogna essere anche attivi: partecipare alla conversazione e dire la propria sul topic del momento.

Insomma: fai sentire la tua voce!

Questo vuol dire sia partecipare alle room organizzate da altri membri, per allargare la tua cerchia di followers (sia interna sia esterna a Clubhouse), sia creare le tue rooms, per poter dare il tuo unico punto di vista sui temi caldi del tuo settore.

Essere attivi su Clubhouse è la chiave per sfruttare al meglio le possibilità che questa applicazione ti offre.

 

Crea un Club

Una delle funzionalità più interessanti è quella di creare un Club. 

I Club sono delle room ricorrenti: per esempio potrai creare una room che ogni venerdì mattina riunisce te e i tuoi ascoltatori, per commentare i fatti più interessanti del campo del digital marketing avvenuti durante la settimana. Prima i club potevano essere creati solo dagli utenti più attivi (ossia quelli che gestivano tre rooms alla settimana), ora la possibilità è aperta a tutti, con l’unico limite di poter creare due Club.

I Club sono probabilmente la funzionalità più interessante per il personal branding, perché ti permette di fidelizzare gli ascoltatori e potenziare al massimo il tuo personal brand.

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Quali sono i limiti di Clubhouse?

Nonostante le potenzialità dell’applicazione, ci sono ancora dei limiti. L’applicazione ha cominciato a essere molto popolare verso la fine del 2020, quando c’è stata la ricerca forsennata di un invito per poter entrare nell’app e essere tra i primi ad avere una presenza sul social. Dopo questo picco però, l’applicazione ha cominciato a vedere un calo nei download.

Una ragione è che l’applicazione per ora è disponibile solo per gli utenti iOS, tagliando fuori così gli utenti Android, che rappresentano l’85% del mercato smartphone.

Al momento è in closed beta test la versione per Android, per cui una volta che sarà disponibile è lecito pensare che ci sarà un rinnovato interesse verso l’applicazione.

Nonostante questo limite, che si affianca alla natura mobile-based della piattaforma, Clubhouse ha attirato l’attenzione di diversi fondi di investimenti, tra cui Andreessen Horowitz, e sembra che in futuro verrà introdotta un’opzione di monetizzazione per i content creators della piattaforma.

 

Clubhouse: meglio esserci o non esserci?

Come tutte le innovazioni nella tecnologia e nella comunicazione, Clubhouse deve ancora crescere e il futuro della piattaforma non è ancora chiarissimo. Quello che è evidente e che l’audio diventerà sempre più importante nei prossimi anni. Dopo il picco dei mesi scorsi di Clubhouse, molte altre piattaforme come Facebook, Twitter e Telegram, hanno annunciato lo sviluppo e il rilascio di funzionalità che ricordano proprio quelle di Clubhouse.

Insomma, nello sviluppo di una strategia di personal branding la voce, la tua voce, avrà un ruolo sempre più importante, e muoversi prima degli altri è fondamentale!

 

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