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La regola numero 1 del web è essere trovati. Questa norma non scritta non fa eccezione su LinkedIn perciò qui ti spieghiamo come farsi trovare sulla rete professionale più usata.

La regola numero 1 nel web è “farsi trovare”.

Gli specialisti del content marketing insieme agli esperti SEO sanno bene che qualsiasi contenuto lotta ogni giorno a colpi di keyword e pertinenza per posizionarsi nella prima pagina di Google.

La SERP (Search Engine Result Page) deve essere conquistata posizione dopo posizione, ad ogni costo, in quanto la seconda pagina di Google è pressoché ignorata dai più al punto da essere definita “Il miglior luogo in cui nascondere uno scheletro”.

Gli spider dei motori di ricerca cercano gli articoli migliori dei blog che a loro volta sperano di essere riconosciuti come autorevoli e pertinenti rispetto alle keyword e di posizionarsi nei primi posti della SERP. Altrettanto dovresti fare tu con il profilo LinkedIn, soprattutto considerando che la posta in gioco si chiama “lavoro” e che LinkedIn, sul tema del posizionamento, segue perfettamente le regole del Web.

1. Google ama LinkedIn: ti spiego perché

Lo sai che Google ama molto LinkedIn e lo privilegia per la sua ottima Reputation?

Hai mai sentito parlare del punteggio DA?

Open Site Explorer è un sito e strumento di MOZ, misura le performance dei siti web nei motori di ricerca e fornisce un punteggio denominato Domain Name Autority (DA).

LinkedIn ha DA = 100/100, la sua reputation è pertanto altissima, anzi massima, e per questo è tra i primi 5 siti che Google indicizza maggiormente insieme a YouTube, Wikipedia, Facebook e Twitter.

Ciò significa che il tuo profilo sarà sempre tra i primi risultati di ricerca di Google e altrettanto può dirsi per i tuoi contenuti se saprai utilizzare le giuste keywords.

Non solo occorre considerare la Reputation di LinkedIn rispetto a Google, ma LinkedIn stesso è un motore di ricerca, con oltre 550 milioni di utenti-profili registrati e rintracciabili, e offre la possibilità di effettuare ricerche internamente alla piattaforma, non solo in base al nome e cognome di chi stai cercando ma anche e soprattutto in base a specifiche Keywords.

Un buon profilo deve essere quindi “LinkedIn SEO Friendly” ossia contenere le giuste keywords nelle varie sezioni del profilo.

2. Keyword: sei sicuro di sapere quali sono le migliori e come sceglierle?

Su LinkedIn vince chi parte dalla fine pertanto definisci il tuo obiettivo partendo da:

  • chi sono le persone a cui vuoi rivolgerti;
  • cosa potrebbe cercare il destinatario dei tuoi prodotti o servizi.

Ed una volta individuato il tuo potenziale cliente chiediti come farti trovare, con quali parole chiave? Cosa potrà cercare che possa essere risolutivo?

keywords

Puoi utilizzare il concetto ben noto nella SEO di “Coda Lunga”.

Strumenti come Ubersuggest oppure Answer The Public possono essere d’aiuto anche a chi cerca le giuste keywords per il suo profilo Linkedin.

Si tratta di tool che blogger e content editor utilizzano per studiare le Long Tail Keywords (le parole chiave coda lunga) da utilizzare nei propri articoli per posizionarli ottimamente a livello SEO ma sono utili anche per scoprire cosa cercano gli utenti in merito ad un prodotto o servizio e ti potranno aiutare anche per le keywords del tuo profilo.

Cos’è una Long Tail Keyword?

La SEO “coda lunga” è la strategia che consiglia di preferire parole chiave con volume di ricerca inferiore rispetto alle altre, sono parole chiave più mirate che convertono maggiormente.

Il Marketing era un tempo popolato da frasi quali “Saper vendere se stessi” oppure “Creare un bisogno”, oggi più semplicemente occorre essere in grado di risolvere i problemi che il potenziale cliente si trova ogni giorno ad affrontare, di trovare soluzioni e dimostrarsi pronti e preparati in questo, a tale proposito si sente sempre più spesso l’espressione “Offrire un valore”.

Gli utenti del web in effetti cercano sempre più spesso la soluzione ai loro problemi: il tuo potenziale cliente (ma anche un potenziale datore di lavoro) è un utente del web come gli altri.

Questo concetto, da tenere sempre in mente quando si scrive per il web, su LinkedIn è altrettanto valido.

Non c’è via di scelta quindi, se sei in grado di risolvere i problemi del tuo target, di rispondere a dubbi e domande, scrivilo nel tuo profilo, utilizzando le parole chiave che avrai trovato relativamente a ciò che maggiormente cercano gli utenti.

Questo ti aiuterà a “farti trovare”, in perfetta sintonia con la regola numero 1 del web di cui ho parlato ad inizio articolo.

Jay Bear, in YoUtility dice :”Smart Marketing is About Help not Hype”.

Ricorda questa frase ogni volta che dovrai scrivere una sezione del profilo Linkedin oppure pubblicare un contenuto, cerca di “Vendere aiutando” sempre!

Sommario (Headline) e riepilogo (Summary) sono un ottimo strumento per farti trovare su Linkedin attraverso una corretta strategia di utilizzo delle keywords all’interno di contenuti pertinenti e di interesse.

3. Headline  o sommario: molto di più di un semplice job title o della qualifica professionale

Dimentica il tuo job title sui biglietti da visita, sei su LinkedIn e non ad una fiera in cui lasci il biglietto da visita a chi già ti ha conosciuto e parlato.

La headline è la prima sfida del profilo, 120 caratteri per distinguerti, incuriosire e indurre chi ti ha trovato ad approfondire la conoscenza.

Hai mai pensato che le persone non cercano il tuo nome e cognome (ancora non ti conoscono) e spesso neppure cercano una qualifica professionale, cercano piuttosto chi parla nel proprio profilo di un servizio, chi ha una competenza o conoscenza, chi potrebbe essere risolutivo su un determinato tema.

Il motore di ricerca di LinkedIn purtroppo non sa riconoscere il significato delle parole, le cerca in modo esatto e non è quindi semantico.

Se ad esempio la tua professione è quella del Digital Strategist non limitarti a questo nella tua Headline, sarebbe più opportuno scrivere, ad esempio:

  • “Digital Strategist – Studio la strategia digitale adeguata alla tua azienda”;
  • “Digital Strategist – Curo la strategia web di aziende e professionisti”;
  • “Studio e attuo strategie digitali adeguate a ciascuna azienda”.

Grazie ad una headline di questo tipo con maggior facilità riuscirà a trovarti chi cerca un professionista in grado di creare e gestire la strategia digitale della propria azienda o attività.

headline

Analogamente un professionista è opportuno che specifichi la propria area di competenza, specializzazione e plus.

Se sei un avvocato tributario chiediti quali sono i motivi per cui un potenziale cliente dovrebbe scegliere te tra tanti ? E quindi domandati quale avvocato potrebbe scegliere chi ha una causa di natura fiscale, tra queste due differenti headline

  1. “Avvocato” oppure
  2. “Avvocato specializzato nel Diritto Tributario. Mi occupo di Contenziosi Fiscali e Tributari”.

Se sei un Social Media Manager prova a riflettere su chi ha a disposizione un piccolo budget in quanto titolare di una piccola attività, chi contatterebbe per la gestione dei profili social tra un:

  1. “Social Media Manager” 
  2. “Il Social Media Manager delle piccole attività che non vogliono rinunciare ad essere Social”?

Cosa risolvono queste headline?

Quelle al numero 1 non sono risolutive, quelle al numero 2 dichiarano di poter patrocinare chi ha in corso una causa tributaria oppure di poter gestire profili social anche a chi ha un budget discreto da investire.

Sicuramente aiutano maggiormente perché mettono il professionista nella posizione di essere risolutore del problema dell’utente.

Certamente occorre fare uno sforzo nel pensare alle parole chiave che utilizza il tuo target nel cercare il tuo servizio o prodotto, e ancora meglio sarebbe cercarle con gli strumenti che ti ho suggerito, diversamente si possono solo immaginare, ma siamo nel web, dove tutto si può cercare e misurare. Ipotizzare o immaginare è troppo rischioso, oltre che poco utile considerando che ci sono strumenti che tracciano e danno immediatamente delle risposte.

4. Summary o riepilogo: 2.000 caratteri per attrarre, distinguervi e convertire

Non compilare il riepilogo equivale a lasciarsi scappare l’opportunità di utilizzare 2.000 caratteri per attrarre il proprio cliente tipo.

Una volta trovate le giuste keyword utilizzale anche e soprattutto nel riepilogo.

Parla dei servizi che offri, delle soluzioni che metti a disposizione, presenta le medesime keywords in frasi in cui parli della tua esperienza e della quotidianità del tuo lavoro, fai percepire la tua competenza e abilità, parla direttamente al tuo potenziale cliente.

Ripeti quando scritto nel riepilogo sotto forma di competenze nell’apposita sezione, qui non solo le competenze saranno keywords utili per indicizzarti nella ricerca da parte degli utenti, ma potrai ricevere la conferma delle competenza avvalorando e rinforzando il tuo professional branding.

Ricorda di non utilizzare parole autoreferenziali e inflazionate: competente, affermato, professionale, preparato, leader e altre parole simili, sono decisamente out.

Limitati a descrivere ciò che fai ma soprattutto ciò che potresti fare per un tuo nuovo cliente, come potresti essere il giusto supporto per migliorare il suo business oppure a risolvere una sua difficoltà. Saranno gli utenti a valutare e decidere se sei competente e preparato.

Ti consiglio di scrivere il tuo riepilogo in prima persona, formattandolo per una lettura più agevole. LinkedIn non ha grassetti né sottolineature ma puoi utilizzare elenchi puntati, numerati o altri simboli che aiutino a catturare l’attenzione del lettore.

Le keywords attraggono e portano al tuo profilo, sarai poi tu a renderlo interessante distinguendoti dagli altri che svolgono lo stesso servizio e inducendo l’utente alla “conversione”, ossia a contattarti e nella migliore delle ipotesi ad incontrarti.

Ricorda che solo i primi 200 caratteri del riepilogo vengono immediatamente visualizzati dagli utenti, subito sotto la head-line o sommario, pertanto concentra nella prima parte ciò che maggiormente potrebbe attrarre e incuriosire chi legge, parla immediatamente di ciò che offri oggi, lasciando alla parte successiva la descrizione delle tue esperienze.

Un ultimo consiglio: non dimenticare di inserire almeno una Call to action finale, letteralmente si tratta di invitare a compiere un’azione.

Mi riferisco a frasi brevi come:

  • “Chiama ora”;
  • “Contattami”;
  • “Scopri di più”;
  • “Conosciamoci meglio”.

Messaggi come questi devono essere seguiti dai tuoi contatti, telefono, mail oppure il link per scaricare una tua guida, un video o altra documentazione.

Al termine del riepilogo, quando un utente ha già letto argomenti che possono destare il suo interesse e ha compreso che TU sei la soluzione e il professionista che potrebbe essergli utile, invitarlo a contattarti potrebbe essere la mossa vincente a spingerlo ulteriormente verso di te, secondo le tecniche dell’Inbound Marketing offrire valore e successivamente richiedere ad un nuovo contatto una prima azione che dimostri interesse reale verso il tuo servizio.

Conclusione

Le keywords sono utili ad attrarre e LinkedIn offre la possibilità a chi vuole attivamente utilizzare questa piattaforma di servirsene.

É fondamentale saperle scegliere ma anche testarle ed eventualmente utilizzarne altre in base alle proprie ricerche e valutazioni su ciò che gli utenti cercano e sulle problematiche che riscontrano e sulle quali necessitano servizi o soluzioni.

Raggiungere il giusto pubblico con le giuste keywords potrebbe essere l’obiettivo primario della tua headline, utilizzando la terminologia Inbound, siamo nella fase di attrazione: un utente sconosciuto viene attratto e diventa visitatore.

Una volta attratto un contatto sarà il contenuto del riepilogo con altre keywords ma anche con contenuti pertinenti ad indurlo alla lettura e si spera ad una conversione, ossia a compiere un’azione nella tua direzione rivolgendosi a te e scegliendoti tra tanti.

Ti ricordo infine che le keywords vengono indicizzate da LinkedIn nella headline e nel riepilogo, ma anche nelle esperienze e competenze, hai molto spazio a disposizione per farne uso e per poterle inserire all’interno del racconto del tuo percorso professionale e della tua attuale posizione lavorativa.

 

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